La carte è amande i fésse.
La carta è amante dei fessi. Capita sempre in mano di chi non sa giocare. Lo dice chi perde. Mattinata (FG). Inviato da F. Granatiero
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Carte e donnë fanne quédde che vonne.
Carte e donne fanno quello che vogliono. Sono capricciose e imprevedibili. Mattinata (FG). Inviato da F. Granatiero
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Carta cande e ccatarina sone.
Carta canta e chitarrina suona. Quando una cosa è messa per iscritto si può stare spensierati. Mattinata (FG). Inviato da F. Granatiero
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Carnuhéle chjine de nnogghie, u júrne appírse féve e fogghië.
Carnevale ricco di carne salata, il giorno dopo fave e verdura. Mattinata (FG). Inviato da F. Granatiero
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’A carne ce scjètte e i chéne ce allànghene.
La carne si butta e i cani soffrono la fame. Detto degli uomini che non riescono ad avere una donna. Mattinata (FG). Inviato da F. Granatiero
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La carne fé carne, u huine fé sanghe e lla fatije fé scêtté u sanghe.
La carne fa carne, il vino fa sangue e la fatica fa gettare il sangue. L'alimentazione dà vita, la fatica ammazza: il lavoro non deve eccedere l'appagamento del fabbisogno. Mattinata (FG). Inviato da F. Granatiero
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La carne ce tagghie a súzze.
La carne si taglia in parti uguali. Bisogna essere imparziali. Mattinata (FG). Inviato da F. Granatiero
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Carne e vinë, pàjele apprime.
Pane e vino, pagali prima. La carne perché può portare a una lista di spesa non più sostenibile, il vino perché dopo non si è più lucidi. Mattinata (FG). Inviato da F. Granatiero
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È morte la carne, lu bbrote ce scjètte a i chéne.
Morta la carne, il brodo si getta ai cani. Morto un familiare, si dimenticano i parenti acquisiti tramite lui. Mattinata (FG). Inviato da F. Granatiero
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Carne avézze delòure ne nzende.
Carne avvezza dolore non sente. Anche alla sofferenza ci si abitua. Mattinata (FG). Inviato da F. Granatiero
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