Quand la Zandila la gh'à 'l capèl, laga la falcc e to su 'l restèl.
Quando il Monte Zandila ha il cappello (nuvole), abbandona la falce e prendi il rastrello (proverbio di Bormio /provincia di Sondrio).
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La gént la se misura minga cul métru.
La gente non si misura col metro.
Non si valuta solo dalle apparenze.
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La roba che végn de rif la va de raf.
Esiste un proverbio toscano piuttosto simile: quel che vien di ruffa ruffa, se ne va di fuffa in baffa (proverbio della Valchiavenna - So).
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Tuc i gròp i vén al pécen.
Tutti i nodi vengono al pettine.
Ogni cattiva azione ha il suo castigo.
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Tre duni e na galina fa 'l mercat de Suresina.
Tre donne e una gallina fanno il mercato di Soresina (detto cremonese).
Deve essere davvero piccolo! Questo detto è maturalmente scherzoso. Soresina è una cittadina del Cremonese.
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La mort del luf l'è la sanità di pégore.
La morte del lupo è la salvezza delle pecore.
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Al venardì Sant i digiuna tuti quant.
Il Venerdì Santo digiunano tutti quanti.
Non è più così oggi. Piuttosto si mangia di magro, senza la carne.
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An bisest, an sensa sest.
Anno bisesto, anno dissesto.
L'anno bisestile si credeva che fosse funesto.
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Pussée lungh de la luganega.
Più lungo della salsiccia.
Si diceva di qualcuno che faceva le cose molto lentamente.
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Dà un levativ con la pìdria.
Fare un clistere con l'imbuto. La pidria è un grosso imbuto che si usa per versare il vino nella botte(vecchio detto milanese). Imbrogliare qualcuno o danneggiarlo.
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