Avegh nagotta de spartì con vun (Milano)
Avere niente da spartire con qualcuno.
Aver niente a che fare
Lombardia
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Vess ai spall de vun (Milano).
Essere alle spalle di qualcuno.
Stargli dietro.
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Fà spalla a vun (Milano)
Fare spalla.
Favorire, proteggere qualcuno.
Lombardia
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Vess on carr rott (Milano).
Essere un carro rotto.
Modo di dire riferito a una persona malaticcia.
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Misurà i danee a capellad (Milano)
Contare i soldi a cappellate.
Si dice per qualcuno che è ricchissimo
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Spuzzà el fiaa come ona cantaranna (Milano).
Puzzare il fiato come una cloaca.
Si dice per il cattivo alito. La "cantaranna" è la fogna.
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Dottor de Sinigaja, ch'el mangia fen e el caga paja (Milano).
Dottore di Senigallia che mangia fieno e caca paglia.
Uno dei tanti detti scherzosi e irriverenti sui dottori.
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Vestiss de negher o in negher (Milano)
Vestirsi a lutto.
Per il lutto c'erano delle regole precise fino almeno all'inizio del Novecento che variavano a seconda del grado di parentela col defunto.
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Mangià fél e spuà mel (Milano).
Mangiare fiele e sputare miele.
Letteralmente: Il fiele si sa è amaro. Proverbio che si può prestare a più interpretazioni. Una potrebbe riferirsi a una persona che pur mandando giù "rospi" reagisce con pazienza.
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i regiùr i scampa miga in etérn (Valtellina/SO).
I genitori no campano in eterno.
Per dire che è bene che i figli imparino ad essere autonomi quanto prima possibile.
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