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I proverbi della regione Campania
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Ricerche avanzate

Sì, sì quanno curre e 'mpizze...
Letteralmente: sì quando corri ed infili! La locuzione significa che si sta ponendo speranza in qualcosa che molto difficilmente si potrà avverare, per cui è da intendersi in senso ironico, volendo dire: quel che tu ti auguri avvenga, non potrà avvenire, nè avverrà. La locuzione fa riferimento ad un'antica gara che si svolgeva sulle piazze dei paesi meridionali. Si infiggeva nell'acciottolato della piazza del paese un'alta pertica con un anello metallico posto in punta ad essa pertica, libero di dondolare al vento. I gareggianti dovevano, correndo a cavallo, far passare nell'anello la punta di una lancia - pertica.
Campania


N' aggio scaurato strunze, ma tu me jesce cu 'e piede 'a fora...
Letteralmente: ne ho bolliti di stronzi, ma tu (sei così grosso)che non entri per intero nella ipotetica pentola destinata all'uso della bollitura. Iperbolica e barocca locuzione-offesa usata nei confronti di chi si dimostri per pensiero e/o azione, così esageratamente pezzo di merda da eccedere i limiti della pentola in cui dovrebbe esser bollito.
Campania


'Sta casa me pare Resìna*: cirche 'na mallarda** e truove 'na mappina***
Ad litteram: Questa casa sembra Resìna: cerchi un cappello e trovi uno straccio! Divertente espressione partenopea usata per descrivere icasticamente la insopportabile situazione di una casa dove - per ignavia di coloro che vi vivono - regni il più grosso disordine e /o caos al segno da poter far paragonare detta casa al corso Resìna della città di ERCOLANO dove si tiene quotidianamente mercato di abiti usati e dismessi nonché di altri capi di abbigliamento usato, mercato caotico e variopinto, dove per trovare il voluto, occorre cercare tra la più varia mercanzia affastellata sui banchetti di vendita senza ordine o sistematicità. *RESINA fu l'antico nome della cittadina sorta sull'area della città di Ercolano all'indomani dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.c. che seppellì le città di Pompei, Stabia ed Ercolano. nel 1969 la città di Resìna riprese il primitivo nome di Ercolano assegnando la Corso principale il nome di Resina; è su questo corso che aprono bottega i commercianti di abiti usati. **Mallarda = dal franc. malart è in primis il nome con cui in napoletano si indica una grossa anitra; per traslato poi si indica un vasto ed ingombrante cappello da donna.Da ricordare che il poeta- giornalista napoletano Ugo Ricci (detto: Triplepatte) usava, nei suoi componimenti indicare con il nome di "mallardine " le signorine della media borghesia aduse ad indossare le c.d. mallarde. *** mappina diminut. del lat. mappa= cencio, straccio: è parola che anche con altra desinenza (la: mappila), ma con identico significato si trova in altri dialetti centro-meridionali.
Campania


Dicette Pulicenella: I' nun so' fesso, ma aggi' 'a fà 'o fesso, pecché facenno 'o fesso, ve pozzo fà fesse!
Letteralmente: Disse Pulcinella: Io non sono stupido, ma devo fare lo stupido, perché facendo lo stupido, vi posso gabbare (e posso ottenere ciò che voglio, cosa che se non mi comportassi da stupido non potrei ottenere). La locuzione in epigrafe è uno dei cardini comportamentali della filosofia popolare napoletana che parte da un principio assiomatico che afferma: Cca nisciuno è ffesso! Id est: Qui (fra i napoletani) non v'è alcuno stupido!
Campania


'O Conte Mmerda 'a Puceriale
Letteralmente:Il conte Merda da Poggioreale. Così, per dileggio vien definito dal popolo napoletano colui che vanti falsamente illustri progenitori, o colui che si dia arie da nobiluomo incedendo con sussiego ed alterigia. Per la verità il personaggio in epigrafe esistette veramente in Napoli e tale nomignolo fu affibbiato dal popolo al patriarca di una famiglia napoletana che aveva il possesso di una villa nella zona di Poggioreale. Tale signore ebbe, sul finire del 1800, in appalto la gestione delle latrine comunali e si meritò ipso facto il sapido soprannome.
Campania


Dicette 'o si' nutaro: Sulo 'o muorto à fatto 'o malo guadagno.
Disse il signor notaio: Solo il morto ha fatto un cattivo guadagno (avendoci rimesso la vita)... tutti gli altri, diventandone eredi, lucrano qualcosa!
Campania


He 'a murì rusecato da 'e zzoccole e 'o primmo muorzo te ll'à da dà mammèta.
Che possa morire rosicchiato dai grossi topi di fogna ed il primo morso lo devi avere da tua madre. Icastica maledizione partenopea giocata sulla doppia valenza del termine zoccola che, a Napoli, identifica sia il topo di fogna che la donna di malaffare.
Campania


'Ammore 'a luntano e comme a ll'acqua 'into a 'o panaro...
L'amore (fatto) di lontano è come l'acqua nel paniere... Atteso che il paniere è un cestino di vimini intrecciati, inadatto quindi a contener acqua, chi volesse amoreggiare da lontano otterrebbe i medesimi nulli risultati di chi volesse portar acqua tenendola in un paniere.
Campania


Prutusino ogne menesta.
Ad litteram: Prezzemolo (in) ogni minestra. Espressione con la quale si bolla il comportamento fastidioso di ogni intrigante, onnipresente che assicura la sua presenza, il più delle volte sgradita, in ogni occasione soprattutto in quelle dove non sia stato invitato a partecipare. 'O prutusino, o anche 'o putrusino dritto per dritto dal latino petroselinum è il prezzemolo, nota erba aromatica presente nella maggior parte delle salse o minestre della cucina napoletana.
Campania


Nun sempe 'o guidato campa felice!
Ad litteram: non sempre il pentito campa felice (pur se protetto). Tempo addietro con la parola guidato si indicava il collaboratore di giustizia il quale presentandosi spontaneamente al magistrato per aiutarlo a catturare i componenti della banda cui egli stesso apparteneva, otteneva - in cambio - dal magistrato il c. d. "guidatico" una sorta di salvacondotto che lo metteva al sicuro dall'arresto.
Campania


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