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I proverbi della regione Campania
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Fà 'na cosa tacche e cchiuove.
Ad litteran: fare una cosa tacchi e chiodi. Id est: usare una cosa tantissimo fino a vederne l'intima consistenza; e ciò vale per tutti gli oggetti, capi d'abbigliamento etc. usati così tanto da esser consunti e lisi fino alle più intime fibre; nella fattispecie richiamata dall'espressione si fa riferimento ad una scarpa così tanto usata da consumarne i tacchi per modo che mostrino la testa dei chiodi usati per tener uniti i tacchi alla suola.
Campania
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'O sparagno nun è maje guadagno!
Ad litteram: il risparmio non è mai un (vero)guadagno.
Spesso trovare ed acquistare un oggetto ad un prezzo molto minore del corrente, non rappresenta un reale guadagno; probabilmente il bene offerto ad un prezzo stracciato, nasconde una magagna: o è guasto o (in caso di alimenti) prossimo alla scadenza; per cui il primo bisognerà farlo accomodare,mentre il secondo occorrerà buttarlo via per acquistarne altro con aggravio di spesa!
Campania
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Fà 'a fine d''e tracche.
Ad litteram: Fare la fine dei tric-trac ossia dei petardi.
Id est: finir male, o anche veder concludere le proprie azioni senza apprezzabili risultati concreti o conferenti, tal quale accade con i petardi che una volta esplosi lasciano solo un gran rumore, acre fumo e minutissimi inutili pezzetti di carta frutto della deflagrazione che frantuma l'involucro in cui era contenuta la polvere pirica.
Campania
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Fà 'na cosa schiattato 'ncuorpo.
variante:
Fà 'na cosa cu 'e stentine 'mbraccio.
Ad litteram: fare una cosa (essendo)lesionato nell'intimo del corpo.
variante:
Fare una cosa (tenendo nelle mani)il proprio pacco intestinale Id est per ambedue: agire controvoglia, senza impegno od enrtusiasmo, come chi dolente per gravi manchevolezze corporali, se non ferite interiori, si disponga ad agire malvolentieri; espressione usata nei confronti di chi, pur non essendo malato o ferito, mostri poca voglia di lavorare.
Campania
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Essere cchiù ffesso 'e ll'acqua caura.
Ad litteram: esser più stupido dell'acqua calda. E cioè essere così sciocco,insipido, banale ed insignificante tal quale risulta esser l'acqua solo riscaldata, ma non aromatizzata; espressione usata il più delle volte riferita ad uomini che, a dispetto della maturità anagrafica si dimostrino privi di qualità fisiche e/o morali.
Campania
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Cu 'o tiempo e cu 'a paglia s'ammaturano 'e sovere*
Ad litteram: Col tempo e con la paglia si maturano le sorbe. Id est: ogni cosa, per esser conseguita à bisogno del tempo necessario e di adeguati mezzi, come le sorbe che raccolte semiacerbe ed asperrime, vengon poste a maturar per mesi su adeguati letti di paglia per divenir mature e dolcissime; nulla si ottiene senza fatica e/o applicazione.
*SOVERE= sorbe; esito femminile dal lat. SORBUM (albero del sorbo)con evidente metatesi, alternanza B/V, ed immissione di un suono (E)transitivo.
Campania
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A bbuonu cavallo nun le manca sella!
Ad litteram: ad un buon cavallo non manca una sella
Id est: Una buona occasione non viene persa da nessuno!
Campania
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S'è 'mbriacata 'a ùsciola*!
*La ùsciola (dal b. lat. bùxula a sua volta da boxus, legno di bosso con cui originariamente si fabbricavano le urne lignee o i vasi detti buxulae) indica sia la bussola, strumento dei naviganti, sia l'urna usata per contenere l'offerte dei fedelidurante le funzioni liturgiche nelle chiese cattoliche.
S’è ‘mbriacata ‘a úsciola! L’espressione, che ad litteram andrebbe tradotta: S’è ubriacata la bussola! , piú chiaramente e fuor de ‘l velame de li versi strani sta per:si è complicata la faccenda, il fatto non è piú chiaro, viene usata a dispiaciuto, dolente commento di quelle situazioni, come ad es. le riunioni condominiali, che,p per ignavia,o cattiva volontà o protervia, quando non stupidità di qualcuno dei partecipanti, si siano complicate e minaccino di non risolversi positivamente; va da sé che l’espressione idiomatica si possa usare sia considerando la úsciola quale strumento dei naviganti, sia considerandola quale urna delle offerte; infatti, chiarito che ‘mbriacata non è da intendersi in senso reale di ubriacatura da alcool, ma in quello estensivo di sconvolto, stravolto, irrazionale, tal quale è chi è in preda ai fumi del vino o altre bevande alcooliche, è facile comprendere che una bussola dei naviganti se a causa di una tempesta magnetica o altro perde la sua capacità di indicare il nord, diventa inutile ed inservibile almeno momentaneamente; come l’urna delle offerte che si ubriacasse, ossia si rovesciasse non sarebbe piú atta a contener le offerte ed occorrerebbe ridarle la primitiva forma se la si volesse continuare ad usare.
Campania
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'Mbrellino 'e seta!
Ad litteram: Ombrellino di seta!
Tipica, seppur desueta esclamazione offensiva che si soleva rivolger alle donne, di chiara piccola virtù;
essa nacque tra la seconda metà dell' '800 ed i primi del '900, quando sui marciapiedi della strada di Toledo, centralissima via di Napoli, nelle tarde mattinate e tarde ore pomeridiane, specialmente d'estate o nelle c.d. mezze stagioni,si davano convegno per passeggiare, ma con chiari fini adescatorii, eleganti ragazze, che solevano ripararsi dal sole, anche quando questo non splendesse con vistosi, coloratissimi ombrellini di seta; con il tempo i detti ombrellini servirono ad indicare eufemisticamente tutte le giovani, ma tassativamente eleganti sacerdotesse di Venere.
Campania
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'A tant'anne è mmuorto Pietro, mo se ne sente 'o fieto?
Ad litteram: Da tanti anni è morto Pietro, adesso se ne avverte il puzzo?
Frase usata con gran risentimento, quando si voglia redarguire chi continui a parlare di argomenti lontani e pertanto non più conferenti e malgrado ciò si continui ad usarli.
Campania
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