'A briscola se joca cu 'e denare.
Ad litteram:
La briscola si gioca con denaro contante
Per traslato: gli affari di qualsiasi tipo, vanno fatti pronta cassa, con denaro sonante, senza dilazioni quali che siano.
Campania
Inviato da: Raffaele Bracale - Napoli
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Ô ricco lle more 'a mugliera, ô pezzente le more 'o ciuccio
Ad litteram: al ricco viene a mancare la moglie, al povero, l'asino... Id est:Il povero è sempre quello piú bersagliato dalla mala sorte: infatti al povero viene a mancare l'asino che probabilmente era l’unica fonte del suo sostentamento, mentre al ricco viene a mancare la moglie, colei che gli dilapidava il patrimonio; morta la moglie il ricco non à da temere rivolgimenti di fortuna, mentre il povero che à perso l'asino sarà sempre piú in miseria.
ricco sost. ed agg.vo masch. chi/che possiede beni e mezzi di sussistenza in misura superiore alla media, in abbondanza (si oppone a povero) l’etimo è dal longob. rihhi 'potente'.
mugliera = moglie, sposa sost. femm.con etimo dal lat. volg. mulière(m) per il class. mulíere(m;)
more = muore voce verbale (3° pers. sing. ind. pres. dell’infinito murí/murire= morire, decedere con etimo dal lat. volg. *morire, per il class. mori.
ciuccio = asino s. m. quadrupede domestico da tiro, da sella e da soma, con testa grande, orecchie lunghe e diritte, mantello grigio e un fiocco di peli all'estremità della coda, ritenuto paziente e cocciuto nonché, ma non se ne intende il perché, ignorante; mentre la voce asino viene dal lat. asinu(m),per la voce napoletana a margine: ciuccio varie sono le proposte circa l’origine della parola :chi dal lat. cicur= mansuefatto domestico; chi dal lat. *cillus da collegare al greco kíllos= asino; chi dallo spagnolo chico= piccolo atteso che l’asino morfologicamente è piú piccolo del cavallo; son però tutte ipotesi e segnatamente quella che si richiama all’iberico chico= piccolo, ipotesi che non mi convincono molto;non mi convincono altresí, in quanto m’appaiono forzate, l’idee che il napoletano ciuccio sia da collegare o all’italianociuco o all’italiano ciocco. Vediamo: il ciuco della lingua italiana è sí l’asino ma nessuno spiega la eventuale strada morfologica seguita per giungere a ciuccio partendo da ciuco d’altro canto la voce italiana etimologicamente non viene spiegata se non con un inconferente origine espressiva; allo stato delle cose mi pare piú perseguibile l’idea che sia l’italiano ciuco a derivare dal napoletano ciuc(ci)o che al contrario. Men che meno poi mi solletica l’idea che ciuccio possa derivare dall’italiano ciocco= grosso pezzo di legno e figuratamente uomo stupido, insensibile ed estensivamente ignorante e dunque asino. No, no la strada semantica seguita è bizantina ed arzigogolata: la escludo!
In conclusione mi pare piú perseguibile l’ipotesi che la voce ciuccio vada collegata etimologicamente alla radice sciach dell’arabo sciacharà= ragliare che è il verso proprio dell’asino, secondo il seguente percorso morfologico: (s)ciach>ciuch>ciuccio; rammento che in siciliano l’asino è detto sceccu con evidente derivazione dalla medesima radicesciach dell’arabo sciacharà= ragliare
Campania
Inviato da: Raffaele Bracale - Napoli
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Chi nun sape abballà ca nun ascesse ‘mmiezo.
Ad litteram:
Chi è incapace di danzare non si metta in mezzo
Id est : Locuzione proverbiale usata a mo’ di ammonimento e risentito invito- consiglio rivolto a coloro che pur non avendo specifiche qualità o capacità, non vogliono esimersi dal partecipare a faccende per le quali sono inadatti; altrove per esprimere il medesimo concetto, ma con parole più icastiche e dure si suole retoricamente chiedere:
- Si nun site scarpare, pecché scassate ‘o cazzo ê semmenzelle?
Id est : Giacché non siete ciabattini perché importunate le semenze cioè i chiodini usati per assemblare la tomaia sulla forma?
Campania
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