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I proverbi della regione Campania
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Ricerche avanzate

Fà ‘o gallo ‘ncopp’ â mmunnezza.
Ad litteram: fare il gallo sull'immondizia. Detto con riferimento all'atteggiamento spocchioso e supponente di chi si dà arie, per nulla giustificate, comportandosi da vanesio presuntuoso nei confronti di un po' tutti, ma soprattutto di chi sia palesemente a lui inferiore per censo, scienza e cultura... alla medesima stregua del galletto che, asceso un cumulo di immondizia,di lassù lanci i suoi chicchirichì.
Campania


‘E ciucce viecchie ànn’ ‘a murì dint’ ê stalle nove.
Ad litteram: gli asini vecchi devono morire nelle stalle nuove. Detto per dileggio e commiserazione delle persone vecchie che insistono nel tenere comportamenti non confacenti con la loro età.
Campania


'A cunferenza è padrona d''a malacrianza.
E cioè: la confidenza genera la scostumatezza. Con riferimento soprattutto ai rapporti tra genitori e figli, tra alunni e docenti quando l'eccesso di familiarità (confidenza) fa perdere di vista, specie agli inferiori, i ruoli da tenere, inducendoli a comportamenti scostumati.
Campania


'A bbona parola ogne e 'a trista pogne!
Ad litteram: la buona parola unge, la cattiva punge! Nel senso che una buona parola fa del bene, producendo il sollievo come anticamente, l'unzione di lividure o ferite, mentre una parola malevola può procurar del male come lo fa una puntura.
Campania


A ommo 'ngrato e a cavallo caduto, chello ca faje è tutto perduto!
Ad litteram: ad uomo ingrato e cavallo caduto, ciò che fai è tutto perduto! Id est: E' tutto sprecato il bene fatto all'uomo ingrato, come è sprecato il soccorso prestato ad un cavallo caduto; l'uomo ingrato non avrà mai riconoscenza per chi lo ha beneficato, mentre il cavallo caduto il più delle volte si infortuna così tanto da doverlo abbattere, essendo inutili eventuali soccorsi prestatigli.
Campania


'E bizzoche* amano Ddio, ma sfessano** 'o prossimo.
Ad litteram: le bigotte fanno le viste di amare DIO, ma (con il loro cattivo comportamento) sfiancano il prossimo. Spesso le donne bigotte hanno una doppia vita. *bizzoca femm. di bizzuoco dal lat. bicijus saio bigio indossato da certi frati. ** sfessare dal lat. ex-findere=spaccare/ lesionare e dunque sfiancare.
Campania


'Sta casa è 'na repubblica e chi s'aiza pe primmo e chillo ca cumanna.
Ad litteram: Questa casa è una repubblica e chi si leva per primo è colui che comanda. Così si suole dire, dolendosene, di quelle case o famiglie dove regni la più grande anarchia per mancanza di conclamate regole comportamentali, soprattutto in assenza di chi dovrebbe tali regole dettare ed assicurarsi che vengano seguite e che invece se ne disinteressi addirittura disertando il campo del suo impegno quotidiano...
Campania


Tien'a capa solo pe spàrtere e rrecchie.
Hai la testa solo come confine tra le orecchia (testa vuota).
Campania


Miéttele 'a vammacia 'mmocca e va' ll'attierre.
Ad litteram: Pònigli la bambagia in bocca e menalo a sotterrare. Lo si dice di chi così smunto e pallido si dimostri prossimo a decedere al segno che non resti che preparlo per il catafalco (introducendogli della bambagia in bocca, per tener un po' tesi i tessuti del volto) e poi seppellirlo.
Campania


Vattere cu 'a mazza 'e vammacia*.
Ad litteram: Percuotere con un bastone di bambagia; locuzione da intendersi in senso antifrastico atteso che le percosse date con un bastone di bambagia non fanno male e non sortiscono alcuno effetto. *vammacia= bambagia con alternanza v/b.
Campania


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