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I proverbi della regione Campania
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Ricerche avanzate

Dicette 'a luce-luce, io pure faccio luce.
Disse la lucciola, anche io faccio luce. Ognuno, nel suo piccolo, può sentirsi importante.
Campania


O scippo nfunno, o marcanzia a Livorno.
Non ho nessuna intenzione di angustiarvi con scippi, rapine, graffi, cianfate e cose simili. U scippo (pronuncia con la /o/ finale muta) è la barca, la nave, parola mutuata dall’inglese SHIP. I torresi non aspettarono la globalizzazione linguistica per adottare parole ed espressioni di altri idiomi. La loro natura di navigatori e commercianti aperti con l’estero li portarono ad incontrare altri popoli e altre civiltà da secoli. Il detto, alla lettera, significa: o barca affondata o merce a Livorno ma non esprime una scelta, un aut aut. Per i corallari torresi era una pesante condizione di sopravvivenza. A tutti i costi bisogna andare a Livorno, anche a rischio di affondare. S’ha dda fa’ pe fforza! Nel settecento la flotta corallina torrese contava centinaia di imbarcazioni ma la lavorazione del corallo era poco diffusa, sia a Torre che a Napoli. Genovesi e marsigliesi erano stati, con i trapanesi, i migliori e più numerosi artigiani lavoranti di corallo, fino a quando a Livorno non si ebbe uno sviluppo notevole di questa lavorazione, ad opera della comunità ebraica. Solo ai primi dell’ottocento a Torre, con l’istituzione dei laboratori Martin alla Castelluccia, fioriscono e si moltiplicano i laboratori per la lavorazione del corallo. Fino ad allora il pescato bisognava portarlo a Livorno per la vendita. Una condizione dalla quale non si poteva prescindere, dovendo sottostare a quel grosso mercato acquirente. Nessuna scelta, quindi ma solo la constatazione di una condizione irrinunciabile. Pietro Loffredo, nel suo “Una Famiglia di Pescatori di Corallo” riferisce che, dopo una stagione di pesca ad Alghero, non poté avere neppure la soddisfazione di tornare a casa a consolare la madre rimasta vedova. “Onde andai a Livorno e siccome vi erano pochi affari di vendita, trovandomi in compagnia di Gennaro D’Amato, si progettò di fare insieme un viaggio a Marsiglia e colà vendere il corallo”. Quindi il detto “o scippo nfunno o marcanzia a Livorno” non era una scelta per i nostri curallari ma una gravosa condizione per la sopravvivenza, fino a quando l’artigianato del corallo non ebbe quel grande sviluppo che ancora oggi caratterizza Torre del Greco come la Città del Corallo.
Campania


APPENNERSE Ê FELINIE o APPENNERSE P’’E FELINIE
Letteralmente: appendersi alle ragnatele o aggrapparsi attraverso le ragnatele; barcamenarsi. Icastica, antica espressione napoletana con la quale si suole commentare l’atteggiamento pseudo furbesco di chi , chiamato a dar ragione di un proprio comportamento che abbia procurato ad altri danno, cerca di discolparsene adducendo motivi pretestuosi o ragioni inconferenti tali da lasciar presagire che prima o poi si appaleseranno tutte le inutilmente nascoste responsabilità atteso che i motivi o le ragioni addotte sono evanescenti o di nessuna reale consistenza tal quali le ragnatele richiamate nell’espressione inadatte per loro stessa natura a sopportare il peso reale o figurato di colui che ad esse si sia aggrappato. Il termine felinia che in napoletano indica oltre che la ragnatela, anche la fuliggine, etimologicamente deriva da un tardo latino felinea a sua volta plasmato sul più classico fuligo/inis .
Campania


Chi cagna penzata ogni mumento, assaje fatica ma nun cunchiure niente.
Chi muta pensiero (o idea) ad ogni pié sospinto si affatica molto, ma non conclude nulla (di positivo). Id est: se si vogliono ottenere concreti risultati dal proprio impegno occorre esser fermi e decisi nelle proprie opinioni.
Campania


Chi cchiù spenne, meno spenne.
Chi più spende, spende meno. Non si tratta, come a prima vista potrebbe sembrare una contraddizione in termini; In effetti, una merce più costosa è certamente migliore di una meno cara, e pertanto sarà necessario acquistarla una sola volta, ottenendone così un risparmio.
Campania


Chi accatta ‘a rrobba bbona, fa fesso ô niuziante.
Chi acquista merce buona inganna il negoziante Nel senso che una merce buona, essendo migliore di quella scadente dura più a lungo e non si è costretti a ricomprarla.
Campania


Chella ca l’aiza ‘na vota l’aiza sempe.
Chi l’alza una volta , la solleverà sempre Id est: Una cosa basta farla una volta per prenderne l’abitudine; così una donna che anche una sola volta abbia sollevato le gonne per il piacere altrui, lo farà poi sempre.
Campania


Che ffa ô rre si perde ‘nu surdato?
Cosa mai fa al re la perdita di un soldato? A chi à molto non nuoce perderne una piccolissima parte, né gliene cale.
Campania


A mugliera 'e ll'ate è sempe cchiù bbona.
La moglie degli altri è sempre più (procacemente) piacente. La moglie altrui è sempre più appetibile, se non altro per rompere la monotonia quotidiana...
Campania


'A mosca vutaje vutaje, po' 'ncopp' â mmerda se pusaje.
La mosca girò girò e finì per posarsi sullo sterco. L'indeciso e chi si impegna a fare lunghe e pretestuose scelte, spesso finisce per fare quella meno opportuna.
Campania


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