ORECCHIETTE sciué sciué
Cominciamo con l’illustrare l’espressione partenopea sciué sciué.
Anche per il merito di una canzonetta degli anni ’50, la locuzione or ora rammentata è molto conosciuta e viene usata quasi come aggettivazione per indicare qualsiasi cosa che venga fatta con superficialità, alla buona, senza eccessivo impegno, insomma in maniera fluente, scorrevole, con semplicità.
Per ciò che attiene all’etimologia, una scuola di pensiero reputa che essa provenga dalla lingua francese e precisamente dalla voce: échoué participio passato dal verbo échouer che significa: non riuscire,andare a vuoto. Orbene, è vero che la voce échoué suona, nella lettura esciué, in maniera molto simile allo sciué napoletano, ma la locuzione partenopea non indica mai qualcosa di non riuscito o di andato a vuoto, mancato, ma sempre qualcosa di condotto a termine sia pure in maniera semplice.Penso perciò che questa ipotesi non sia percorribile.
Mi sembra molto più vicina l’ipotesi che fa derivare dall’immarcescibile latino la locuzione rammentata;
partendo infatti da un fluens reiterato, insomma fluens fluens che tradotto suona fluente, scorrevole (con il medesimo significato di sciué sciué) si giunge all’espressione napoletana
A favore di questa ipotesi oltre il medesimo significato, gioca il fatto che il gruppo FL latino trasmigrato nel napoletano diviene sempre SCI, come nel caso di flos (fiore) divenuto: sciore o flumen(fiume) diventato sciummo.
Ciò detto passiamo alla ricetta che come si evince dal nome è una preparazione semplice e relativamente veloce, ma non, per questo, poco gustosa… anzi!
Inviato da: Raffaele Bracale - Napoli
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