Dialetto: Abruzzo
La superbia
Aràcchene telava e aricamava co’ gran talento e de strafotto prena. Lo seppero le Ninfe ch’era brava e andietero de corsa a dillo a Atena.
La dea se l’era presa arquanno amara. Er fatto è che la giovene de Lidia, senza arispetto la sfidò a ‘na gara, curenno un brutto risico d’insidia.
Come, defatti, terminò er duello, la Pallade, co’ l’occhio arcigrifagno pe’ la sconfitta, propio sur più bello,
je disse: “A Arà’, ciài fatto un ber guadagno co’ ‘st’arteriggia tua. Te fo un macello!” Dettofatto la stramutò in un ragno.
Pasquino da Todi XVII VII MMV
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Traduzione in italiano
La superbia
Aracne tesseva e ricamava con gran talento e con strafottenza. Le Ninfe che sapevano la sua bravura lo dissero a Minerva.
La dea non aveva preso bene il fatto che la giovane di Lidia l'avesse sfidata ad una gara, correndo un brutto rischio.
Appena terminata la sfida, Pallade assai indispettita per la sconfitta, sul più bello,
le disse: " A Aracne, non t'è convenuto con questa tua alteriga. Ti punirò. E di fatto, la trasformò in ragno
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