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UN ANTICO MESTIERE NAPOLETANO: 'O RAMMARIELLO
Viaggio "dentro" il Dialetto Napoletano & Dintorni.
‘o rammariello
Tra i numerosi bassi mestieri che un tempo furono esercitati dai napoletani e che oggi sono completamente desueti: ‘mpagliasegge (impagliatori di sedie), ‘mmolafuorfece (arrotini), conciambrelle, conciatiane (riparatori di ombrelli, di stoviglie) stagnaro (che non è l’odierno idraulico, sebbene quest’ultimo in napoletano sia conosciuto con il nome di stagnaro, ma quell’artiere che provvedeva a ricoprire di stagno le pareti interne(quelle che sarebbero dovuto andare a contatto con i cibi cotti) delle pentole di rame ) un posto di rispetto merita ‘o rammariello che fu - si può dire – il primo ideatore delle c.d. vendite rateali a domicilio; costui girava di casa in casa vendendo principalmente biancheria personale e da casa (ma anche altre piccole merci di cui fosse richiesto: filati, trine etc.) e tutto ciò che occorresse per mettere insieme un adeguato corredo da sposa; il corredo è l'insieme degli abiti, della biancheria e degli altri effetti personali di cui si dispone; si dice soprattutto di ciò che la sposa porta con sé per farne uso nella vita matrimoniale: corredo nuziale. La particolarità e precipuità della vendita fatta dal c.d. rammariello erano date dal fatto che, consegnata tutta la merce , il venditore passava a riscuotere di mese in mese le contenute rate in cui veniva suddiviso il prezzo pattuito, permettendo in tal modo anche ai meno abbienti, con piccoli esborsi mensili, di assicurarsi buona merce ( mai il rammariello avrebbe ceduto merce scadente: correva il rischio di perder la clientela e perciò il lavoro ed un sia pure modesto guadagno!). E veniamo all’origine della parola rammariello; come si intuisce si tratta del diminutivo di rammaro che fu il ramaio, il venditore di utensili da cucina che furono di rame (ramma) etimologicamente da ramma (a sua volta da un basso latino aeràmen da aes/aeris=rame,bronzo, con procope d’avvio di ae, rafddoppiamento popolare della m, e cambio di genere) + il suffisso di pertinenza arius>aro. Originariamente ‘o rammaro fu il venditore porta a porta delle stoviglie di rame; quando poi – con l’avvento dell’alluminio non si vendettero più pentole e stoviglie (mestoli, schiumarole, cucchiaie e forchettoni) il ramaio fu costretto a cambiar merce e si adattò a vendere biancheria personale ( camicie da notte, sottovesti etc.) e da casa (coperte, lenzuola, asciugamani etc) inventandosi per attirare la clientela (…la nuova mercanzia era più costosa del pregresso pentolame in rame) la vendita rateale, ed il popolino gli confezionò ipso facto il nome di rammariello che ricordasse l’antico mestiere di ramaio ed il nome di rammariello fu usato da tutti coloro che vendevano biancheria a domicilio, anche da quelli che presero a fare tale mestiere pur senza essere stati dapprima ramai.
Acompletamento rammentiamo anche gli etimi di:
‘mpagliasegge (impagliatori di sedie): ‘mpaglia voce verbale 3° p. sing. ind. pres. di ‘mpaglià= impagliare dal latino attraverso un in illativo + palea(m) + segge = plur. di seggia che è da sedja con dj>gg; a sua volta: sedja= sedia è un metatico di sieda cong. esortativo da un latino sedìre;
‘mmolafuorfece (arrotini) = ammola + fuorfece: ammola voce verb. 3° p. sing. ind. pres. di ammulà = arrotare dal latino ad + mola(m) = passare alla mola; fuorfece plurale di forfece da un acc. latino forfice(m)= forbici
conciambrelle (chi aggiusta gli ombrelli) da concia o acconcia voce verbale 3° p. sing. ind. pres. di cuncià o accuncià = aggiustare da un basso latino comptiare o ad-comptiare= preparare; + ‘mbrelle plurale di ‘mbrello = ombrello da un basso latino umbrella maschilizzato.
conciatiane (chi ripare le pentole) da un concia o acconcia vedi sopra + tiane plurale di tiana da un basso latino tejana femminile di un tejano che fu dal greco tégano collaterale di tàghenon= pentola, padella.
Raffaele Bracale - Napoli
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